Tra le nuove strategie di marketing utilizzate dai brand per potersi distinguere e posizionare nel mercato vi è la Sound Communication.
Letteralmente ci si riferisce all’utilizzo di brevi suoni o musiche finalizzate alla trasmissione di uno specifico messaggio o alla semplice conoscenza del brand.
La comunicazione sonora va oltre il Visual Branding che, banalmente, si ritrova in tutto ciò che è immediatamente visibile di un brand come logo, design, fotografie e packaging.
Il marchio sonoro, da qualche tempo, ha acquisito la stessa importanza del marchio commerciale. Questo è stato possibile perché si è notata un’immediata correlazione inconscia che nasce nella mente dell’utente/consumatore nel momento in cui dopo una lunga esposizione al suono e, contemporaneamente, al logo del brand in questione, i soggetti riescono ad associare quotidianamente il suono alla marca, anche senza più visionarla.
I motivi che hanno spinto gli esperti del marketing ad agire sul Sound Branding sono:
- Emozionare. Associare un marchio a una musica vuol dire associarne anche le sensazioni scatenate. Se lo stimolo risulta positivo, questo implicherà coinvolgimento emotivo ed interesse per il brand.
- Colpire il pubblico. I suoni ascoltati più volte vengono memorizzati ma soprattutto attirano l’attenzione agendo poi sulla brand recognition.
I loghi sonori dunque, che siano pay-off (come l’inconfondibile “I’m lovin’ it” di Mc Donald’s) o jingles (come “Taste the feeling” di CocaCola) rafforzano l’identità del brand e creano la perfetta sinergia tra memorabilità ed unicità.